Il rapporto Digital 2021 fotografa l’andamento del consumo di internet in primis e delle piattaforme social. Una guida, oggi più che mai da leggere e seguire scrupolosamente per aziende, professionisti, istituzioni, associazioni, che vogliano capitalizzare la propria presenza on line e non lasciarsi spazzare via dalla crisi.
Inutile fare finta che il 2020 sia stato un anno normale: la pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto su tutte le nostre vite. Abbiamo modificato le nostre abitudini e le nuove tecnologie sono state il nostro salvagente.
Dal Report Digital 2021 appena rilasciato da We Are Social emergono informazioni davvero interessanti.
Ma prima di procedere con l’analisi dei dati diciamo che We Are Social è una fonte autorevole e attendibile; si tratta infatti di un’Agenzia composta da un team di oltre 750 specialisti con 13 uffici attivi a livello globale e aiuta brand come Vodafone, Netflix, Campari, BMW, Lavazza, Nestlé, Barilla, adidas, Juventus e Samsung a monitorare il mercato digitale.
Veniamo al dunque. L’Agenzia si è concentrata sul rapporto esistente tra Social e italiani.
Quello che emerge è una fotografia molto nitida su quanto gli italiani siano affezionati al digitale e ai Social in particolare. Questo è un aspetto da considerare attentamente specie se siamo aziende, professionisti, marketers, social media manager.
Il “consumo” di internet in Italia è in costante aumento. Dal Report Digital 2021 emerge che oltre 50 milioni di italiani risultano connessi ad internet nel 2020, 1 milione in più rispetto all’anno precedente. Un incremento ancora più marcato se si guardano i consumi delle piattaforme social, 2 milioni in più in un anno e 41 milioni di utenti presenti nella galassia formata da Facebook, WhatsApp, Youtube.Il tempo trascorso online, complice le regole del distanziamento sociale, è stato pari quasi a quello che abbiamo trascorso a dormire: 6 ore su internet e due ore sui social la media giornaliera in Italia.
Cosa fanno gli italiani quando sono connessi? Ma cosa si fa mediamente davanti alla tastiera, pardon davanti allo smartphone, considerando che le connessioni sono sempre più da mobile? Bé, sempre secondo il report Digital 2021, pur confermando la supremazia dell’uso di internet per la ricerca di informazioni, nel 2020 la rete è stato il collante che ha tenuto insieme più generazioni, dalla Z passando per i millennials fino a coinvolgere i ragazzi con i capelli d’argento. La socialità online si è tradotta in una crescita del consumo delle piattaforme social in maniera trasversale. E’ cresciuto di 4 punti percentuali, infatti, il numero di persone che hanno dichiarato di aver partecipato attivamente al dialogo online, passando dall’81% all’85%.
Gli utenti preferiscono You Tube, Whatsapp e Facebook. Sulle preferenze in merito alle piattaforme, la grande novità sta nella crescita di Tik Tok, il social più discusso degli ultimi mesi resta comunque molto distante dal Triunvirato: Youtube, WhatsApp e Facebook, rispettivamente primo, secondo e terzo canale più usato da oltre l’80% degli utenti. La socialità, diventa elemento fondamentale non solo come momento di svago, ma soprattutto nel processo di acquisto in rete. Sì, perché il report Digital 2021, evidenzia ancora una volta quanto influisca nel customer journey, il parere e il coinvolgimento di altri utenti. Si cerca il prodotto, si consultano le offerte, ma prima di procedere con la conferma aggiungi al carrello, si resta in rete, per controllare recensioni, giudizi e perché no, per dare uno sguardo ai tutorial.
Crescita boom per gli e-commerce. A proposito di prodotti, è stato l’ecommerce il grande protagonista dell’anno appena trascorso: circa 33 milioni di persone hanno effettuato acquisti online, con una percentuale di crescita del 24% e picchi altissimi proprio nel periodo antecedente al Natale. Certo la crescita nel prossimo futuro, una volta passata la pandemia, forse non segnerà punte così alte, ma le abitudini di acquisto sono definitivamente cambiate.
Conclusioni. Non vale neanche l’alibi del target di riferimento per smorzare i toni, le propensioni all’acquisto, secondo il report, sono piuttosto simili per tutte le fasce d’età dai 16 ai 64 anni. Se questo è il quadro, come bisogna muoversi? Presenza in primis, con 50 milioni di persone online e 41 milioni di italiani sui social, non si può pensare di non presidiare le piattaforme. Le persone ci sono e forse con un po’ di fortuna stanno già parlando di un prodotto o un servizio che l’azienda vuole proporre. Quindi perché lasciare che siano altri ad entrare nel circuito delle informazioni, o a parlare a nome della nostra azienda? Spesso si confonde la presenza online con il desiderio di rappresentarsi, costruendosi un’immagine che non ci rispecchia. Online un peccato del genere è mortale. Non bisogna mai dimenticare che il web e i social sono popolati da persone reali che vogliono scoprire le aziende online e intrattenere con loro un rapporto fatto di interazioni e di conoscenza.
Esserci dunque e poi raccontarsi, dosando le parole e anche il numero di post da immettere nel circuito “cum grano salis”, perché i social sono dei ponti tra aziende ed utenti, e il rapporto vale solo se entrambe le parti mostrano la uguale attenzione nel dare e ricevere notizie, senza voler entrare a gamba tesa dentro una conversazione, né imporci con campagne pubblicitarie non pertinenti.
Il digitale è davvero una opportunità, e lo sarà ancora di più nel 2021. Perché consente ad ogni azienda di superare i confini fisici per entrare in relazione diretta con i propri potenziali clienti praticamente ogni giorno.
Rocco Vigna EDC Pubblicità / Social Media Manager